Siti e-commerce: come metterli in regola in ambito fiscale

Vuoi aprire un e-commerce online per iniziare a vendere, ma non conosci gli aspetti fiscali e le varie normative da rispettare? Si tratta di una decisione molto importante, in quanto aprire un’attività di vendita, o commerciale, online non è sempre facile.
Prestare attenzione fin da subito alle regole da seguire e sapere per il tuo e-commerce la normativa fiscale può sicuramente aiutare nella buona riuscita del vostro e-commerce. Sicuramente avrai bisogno di conoscere per il tuo e-commerce gli adempimenti fiscali 2021 comparati al commercio elettronico e aspetti fiscali del 2020, e quali siano le fiscalità per l’e-commerce.
Ebbene sarebbe corretto seguire una guida fiscale che fornisca per il tuo e-commerce gli aspetti contabili e fiscali da rispettare, e qui potrai trovare qualche informazione in più.
Modelli di vendita
Bisogna dapprima informarsi sugli obblighi fiscali che vengono richiesti a coloro che vogliono vendere online. Questi possono modificarsi a seconda del tipo di vendita; si definisce B2B (ossia ‘ Business to Business ‘ ) il commercio tra due aziende, enti pubblici, o comunque due forme giuridiche di business (che nella maggior parte sono provvisti di partita IVA); mentre il B2C, è l’acronimo usato per ‘Business to Consumer ‘, in cui si definisce il rapporto diretto di commercio tra un consumatore finale e tra una società o azienda.
Partita IVA si o no?
Occorre definire quando si ha l’obbligo di apertura di partita IVA per vendere online, oppure quando si può anche evitare. Quando ci si riferisce alla vendita tramite canali web senza partita IVA, si intende un’attività che è registrata e ritenuta come ‘ occasionale’ , e che parla di servizi e non ad esempio, di beni materiali.
L’Amministrazione Finanziaria infatti considera proprio la vendita di beni in un e commerce, come un attività di tipo commerciale. In questo tipo di attività ( non considerata professionale), non si possono applicare le prestazioni occasionali.
Dunque tutte le attività di vendita non occasionali, devono aprire una partita IVA. E’ da specificare che questo concetto vale sia se si vuole vendere attraverso il proprio e commerce, sia se si vuole vendere tramite un qualsiasi tipo di marketplace (come Zalando, Ebay o Amazon).
La scelta della piattaforma per l’e commerce
Per creare il proprio e commerce, si può fare affidamento a molte piattaforme.
- Sistemi open source; Per esempio i principali sono Magento o Prestashop, sono fornite della licenza GNU, nota per il codice sorgente libero e modificabile.
- Piattaforme in ‘affitto’; si possono ‘affittare’ e ‘noleggiare’ dei siti per un determinato periodo, ma non è una scelta adatta per chi richiede modifiche eccessivamente personalizzate, in quanto il prezzo aumenterebbe di molto.
- Sito proprio; questa scelta non è di certo la più economica, perché il sito viene ideato e creato completamente da zero secondo la scelta dell’azienda.
Non è necessario solo scegliere la giusta piattaforma per iniziare a vendere, ma bisogna che il proprio e commerce sia differente dagli altri che si trovano sul mercato, non necessariamente per la gamma di prodotti, ma anche per le politiche di vendita o pagamento.
Sorvolando sulla restante parte degli aspetti tecnici riguardo l’inizio di un’attività do e commerce, possiamo soffermarci sugli aspetti fiscali obbligatori. La cosa migliore da fare è mettersi in regola fin da subito, per non incorrere in sanzioni e in successive conseguenze come la chiusura dell’attività.
Degli adempimenti fiscali se ne dovrebbe occupare un apposito commercialista che potrà consigliarvi e suggerirvi al meglio per il vostro business online. Come già detto prima, chiunque svolga abitualmente un qualsiasi tipo di attività commerciale (e che crei un’organizzazione stabile) deve richiedere all’Agenzia delle Entrate l’apertura di una partita IVA.
Non esiste un modo per fare e-commerce usando delle prestazioni occasionali, in quanto riguardano attività non abituali e non organizzate. Assieme all’apertura della partita IVA, bisogna effettuare l’iscrizione nella sezione commercianti del registro delle imprese della rispettiva Camera di Commercio di competenza.
Un altro punto importante è quello della dichiarazione di inizio di attività al proprio comune. Bisogna scegliere il Comune nel quale istituire la sede della propria attività; quello sarà il Comune di riferimento. Dunque potrai aprire concretamente il tuo e commerce solo dopo aver dato la Presentazione della SCIA in Comune.
L’aspetto previdenziale
Colui che gestisce il sito di un ecommerce deve iscriversi alla gestione commercianti dell’Inps. Questa iscrizione prevede un versamento di 4 rate annuali a contributi fissi, a prescindere dal reddito ottenuto nell’anno. Ma cosa è il Cassetto fiscale Artigiani e commercianti? E’ uno strumento fiscale dell’INPS per visionare in tempo reale tutte le informazioni previdenziali di Cittadini, commercianti e Artigiani della gestione artigiani INPS
E-commerce diretto o indiretto?
Adesso un lato importante è anche come trattare le vendite dal punto di vista fiscale. Esistono però, delle differenze tra e-commerce diretto e indiretto. Si parla di e-commerce diretto quando la transazione e il bene scambiato si trovano online; si parla di e-commerce indiretto quando la transazione rimane online, ma il bene è fisico e materiale.
L’e-commerce diretto
In questo caso sia la transazione, l’ordine e la consegna, assieme al pagamento, avvengono in via telematica e virtuale. Stiamo parlando di prodotti virtuali come immagini, musica, software e siti, che possono essere mandati e scaricati tramite i download.
L’e-commerce indiretto
La cessione avviene sempre per via telematica, però la consegna dei beni materiali avviene tramite spedizioniere o vettore, e quindi tramite i canali tradizionali. In questo caso si parla di vendite per corrispondenza; ma come funziona la fatturazione per e-commerce indiretto?
Si parla di cessioni di beni non soggette ad alcun obbligo di fatturazione o di certificazione tramite emissione di scontrini. Questa regola vale per le prestazioni business to consumer, secondo le quali le operazioni svolte tra venditore e soggetto devono essere annotate nel registro dei corrispettivi e quindi sono comunque soggette ad Iva, ma non vi è obbligo di fatturazione se non su richiesta del cliente.
Invece per le prestazione business to business, bisogna sempre regolamentare tutto su emissione di fattura.
Alcune regole per avere un e commerce in regola
Bisogna sempre indicare i dati aziendali nella homepage del sito Internet; per la precisione:
- Ragione sociale
- Sede Legale
- Partita IVA
- Contatti aziendali
- Numero della sede
In seguito bisogna fornire informazioni riguardo la consegna dei prodotti e sui tempi e costi di spedizione. Non ci si deve dimenticare di definire i termini e le condizioni di vendita, assieme alla Privacy Policy sui dati degli utenti. Inoltre una cosa da conoscere è che dal 2016 si può optare per un regime fiscale per l’e commerce agevolato,chiamato regime forfettario.
Fattura elettronica
Si tratta di un documento digitale che viene trasmesso al vostro cliente dall’Agenzia delle Entrate. Infatti nel tuo sito deve essere presente l’Indirizzo Pec, il Codice Destinatario (o SDI). Si ricorda invece che le attività di commercio elettronico indiretto e non, sono esonerate dall’obbligo di emissione dello scontrino elettronico.
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